La passione di condividere
Articolo dai ragazzi e le ragazze di Va’ Sentiero
Ricevo come gradita sorpresa questa bella lettera degli amici di Và Sentiero, abbiamo percorso un tratto di strada assieme nel grande progetto del Sentiero Italia.
Due cose colgo dal loro contributo, la prima l’incitamento al CAI di cooperare senza aver timore di contaminarsi o di essere eclissato, che è uno dei punti cardine della mia visione del sodalizio e l’altro è la conferma che le nostre Sezioni sono ovunque aperte alla novità e alla collaborazione alla condivisione, molto di più di quanto non sia la Sede Centrale.
Grazie ai ragazzi di Và Sentiero – Antonio Montani
LA PASSIONE DI CONDIVIDERE
Siamo un gruppo di giovani amanti della montagna, perlopiù soci CAI. Negli ultimi anni abbiamo percorso e documentato l’intero Sentiero Italia, interagendo continuamente coi territori e le comunità.
E’ stata un’esperienza intensa e irripetibile, che ci ha permesso di incontrare decine e decine di sezioni CAI sparse per tutto il Paese. Approfittiamo quindi volentieri dell’iniziativa di questo blog dedicato al libero scambio di idee per fare alcune considerazioni.
Da Timau a Trapani, da Balme a Castrovillari, è incredibile il senso di appartenenza al CAI da parte dei soci. Una devozione sconfinata, un amore riconoscente che talvolta ci ha commossi. “Al CAI devo tutto, è la cosa più bella che abbia avuto nella vita”, ci ha detto una mattina di maggio un novantenne ex impiegato di banca, incontrato alle pendici dell’Etna.
Bellissimo come il CAI abbia generato un simile sentimento, in tutto lo Stivale. Al contempo, molto spesso tra i soci abbiamo raccolto una certa preoccupazione: “quando finirà il nostro turno… chi prende il posto? I giovani di oggi si associano per l’assicurazione e i corsi, ma di fare vita associativa…”.
In effetti l’età media dei nostri ospiti, all’interno delle sezioni, era decisamente alta; questo non ci ha impedito di ridere, bere, scherzare, condividere il cammino e sentirci una famiglia; ma di giovani soci ne abbiamo incontrati pochi davvero.
I giovani: se ne può dire tutto e il contrario di tutto… ma cosa vogliono? Cosa vogliamo, noi giovani appassionati di montagna di oggi? Lo stesso che volevano i giovani appassionati di ieri, e che vorranno quelli delle prossime generazioni: condividere la propria passione. Condividere i passi, condividere una fatica, una bellezza che sfugge ai nomi, condividere una parola all’ombra di un albero o il silenzio davanti a una vena di quarzo. Alla fine, è tutto lì – la tutela, le azioni, le progettualità, i bilanci, le riunioni… nasce tutto da lì.
Questo è l’intento che anima le sezioni che abbiamo incontrato: permettere alle persone di condividere una passione bellissima, che non conosce età. Nel tempo tale scopo è stato perseguito grazie alla forza organizzativa del CAI, alla sua capillarità territoriale: oggi i mezzi si sono moltiplicati, alcuni evoluti, altri no. I mezzi sono soggetti al tempo: la passione no. Quel che sul campo abbiamo potuto toccare, è che la passione verso la montagna è forte, viva, e travalica i confini del CAI: questa, per il CAI, è una bellissima notizia!
Col nostro viaggio, col nostro lavoro, abbiamo dimostrato che i nuovi strumenti (di comunicazione e non solo) sono un’opportunità enorme per mettere in rete questa passione, per darle una direzione condivisa da tutti, senza limitazioni d’età o di etichette.
Queste considerazioni nascono dai fortunati scambi che abbiamo avuto, a latitudini sempre diverse, coi soci che dal Carso alla Gallura ci hanno accolti e aiutato, condividendo la passione per il nostro progetto – a partire da Giovanni, classe 1950, socio storico, che ha preso parte al nostro viaggio, ne è stato un volto, ed è oggi uno dei nostri migliori amici.
Quello che auguriamo al CAI e al suo prossimo presidente, chiunque egli sia, è di raccogliere con coraggio questa sfida avvicinando l’istituzione CAI alla sua ragion d’essere, il suo spirito, facendo incontrare montagne e persone, specie giovani – “quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”… E di fare tutto questo con creatività ed entusiasmo, aggregando, cooperando con realtà esterne, senza timore di contaminarsi o di essere eclissato – dimenticandosi, magari, di essere “il CAI”; facendosi aiutare anche dai giovani volenterosi di dare il proprio contributo, proprio come noi. La storia dell’uomo (della specie e d’ognuno di noi) è l‘avventura di adattarsi ai tempi che cambiano mantenendo lo slancio originario: buona avventura.
Le ragazze e i ragazzi di Va’ Sentiero