Quali sfide ambientali per il sodalizio nei prossimi anni?

Articolo di Mario Vaccarella

Mario Vaccarella è senza ombra di dubbio il più completo conoscitore del Club Alpino Italiano “a sud del Po”, la sua lunga militanza alla presidenza della sezione, del gruppo regionale, quale consigliere centrale e poi ancora nella TAM centrale, non gli hanno tolto l’entusiasmo e la verve, mi propone qui alcune riflessioni sulla politica ambientale che non posso che condividere e che saranno centrali nelle scelte associative dei prossimi anni.

Vi invito ad una lettura attenta perché su questi temi sarà necessario confrontarsi molto presto. Antonio Montani

Quali sfide ambientali per il nostro Sodalizio nei prossimi anni ?

Il CAI si è contraddistinto sin dagli anni ’80 del secolo scorso (anche prima, con meno enfasi e meno documenti specifici, ma con una notevole attività scientifica che riguardava la Montagna) nell’avere approvato ai massimi vertici, documenti importanti di protezione ambientale, per citarne alcuni: il primo Bidecalogo, la Charta di Verona, le tavole di Courmayeur, il secondo Bidecalogo a Torino nei 150 anni di attività, con una partecipazione corale nella approvazione e diffusione, dai vertici alla base del sodalizio.

Quest’ultimo documento, negli ultimi anni è stato arricchito da documenti di “posizionamento ambientale” redatti dalla Commissione centrale tutela ambiente montano e fatti propri dagli organi centrali del Cai, per dare più forza e piena attuazione ai principi ambientali. Citiamo il documento sui Cambiamenti climatici, neve e industria dello sci – Boschi e Foreste – Biodiversità, Servizi ecosistemici, aree protette ed economia montana- Transizione ecologica – un documento di ausilio per l’accesso agli atti e informazioni ambientali- Il Cai e il sistema delle aree protette.

Documenti di grande spessore, di contenuto non indifferente- con una ricca Bibliografia che non va trascurata per ulteriori approfondimenti- che possono aiutare ad una piena attività consapevole i nostri Soci e non solo, sia nella pratica delle attività classiche del Sodalizio che nell’affrontare una attività ambientale e di tutela, nell’ambito delle Strutture dove i Soci operano.
Saremo capaci di mettere in pratica questi documenti in tutto quello che facciamo come Soci, come appassionati di montagna e nella relativa fruizione/tutela, con piena consapevolezza ed impegno?

Questa a parere mio, la vera sfida dei prossimi anni per il Cai e i suoi Soci, mettere in pratica quanto prodotto e trasformarlo in azioni concrete , che possano incidere realmente nella vita di ogni giorno, al nostro interno e nella società dove operiamo.

Voglio riprendere in tal senso, i due “Osservatori” della Cctam che vengono pubblicati nella rivista 360 ( piccola finestra che andrebbe seguita da tutti i soci, in pillole, ma molto efficace) dei mesi di Marzo e Maggio del 2021 dal titolo “Transitando” e “Roba giovane” che mi sembrano molto concreti e di indirizzo per la politica ambientale del club Alpino Italiano .

Transitando!

“L’ultimo anno ha reso chiaro a tutti come la transizione ecologica non sia più un concetto fumoso e lontano ma una necessità immediata: ora (o mai più!) occorre creare una nuova società ed una nuova economia dove il rispetto delle leggi ecologiche si colleghi all’equità sociale. La montagna e le terre marginali possono essere il luogo privilegiato per testare i giusti meccanismi, per la loro lunga storia di equilibri cercati, trovati e perduti con la realtà ambientale.

Non ci sono modelli da calare dall’alto, ma una costruzione che deve partire dalle singole realtà locali, dai mille e mille modi in cui si è realizzata nel corso del tempo la sostenibilità sul territorio, creando paesaggi socioeconomici ricchi in termini ambientali (boschi, malghe, castagneti ecc.) .

Queste particolarità locali vanno inserite in una rete globale, lavorando nel contempo sulle criticità comuni (flusso energetico, ciclo dei rifiuti, gestione del territorio) con investimenti mirati all’ottimizzazione dell’uso delle risorse ed alla prevenzione dei rischi ambientali e non.

Cose già fatte per millenni dai montanari, ma ora da riscoprire e rinvigorire con i giusti apporti tecnologici e, soprattutto, con un impegno comune condiviso.

Roba giovane!
La primavera si avvicina dopo un lungo inverno, finalmente nevoso…forse anche troppo. La natura stessa freme per la ripartenza dopo la lunga notte del gelo e della pandemia, non ancora finita. Ma per ricominciare bisogna avere il coraggio di darsi una testa giovane, capace di affrontare con nuove idee e nuovo coraggio i vecchi problemi.

Sostenibilità non può essere solo uno slogan ripetuto all’infinito ma deve diventare una realtà concreta fatta di tante piccole e grandi scelte capaci anche di rompere con un passato ingombrante.

Occorrono perciò nuove proposte: per l’economia della montagna, per un turismo non più di massa ma consapevole e di qualità, per nuovi approcci condivisi per i problemi di gestione (fauna, rischio idrogeologico, biodiversità, invasioni biologiche…), per nuovi strumenti politici che evitino che le terre marginali siano completamente emarginate…

Molte idee stanno germogliando sotto la neve, altre sono già uscite, alcune se non tutte richiedono un supporto ancora mancante di ricerca e sperimentazione, qualcuna potrebbe essere vincente nell’ambito del Next generation plan.

La primavera, come sempre, ci dà ancora la speranza di veder fiorire un mondo giovane e nuovo.

Mario Vaccarella
Presidente Cai Madonie Petralia Sottana – Past President Cai Sicilia. Già CC e Componete CCTAM