L’attività Cai sui sentieri
Lettera aperta di Gino Geninatti e Sergio Peduzzi
Riflessioni di Antonio Montani
Marchio di qualità delle reti sentieristiche di Pier Giorgio Oliveti
Caro Antonio, ti voglio parlare di sentieristica e della sua manutenzione, oggi il Bando dedicato a questo settore non riesce ad accontentare tutte le richieste delle sezioni, bisognerebbe aumentarlo ed alzare anche il limite di 2.000 euro per sezione, questa è un’attività apprezzata da tutti i soci e sta diventando un’attività sezionale in espansione, grazie alla SOSEC sia i rilievi dei sentieri sia i corsi per operatori sentieri trovano sempre più soci aderenti, tieni presente che ad oggi in Italia la maggior parte della manutenzione dei sentieri è a carico dei volontari CAI.
Durante la mia presidenza del Gr Piemonte 2006-2012, ad ogni Assemblea consegnavo alle sezioni materiale gratuito per le loro attività, vernici, pennelli, cassetta in legno per kit pittura sentieri, piccoli gesti di gratitudine che volevano dimostrare come il CAI fosse vicino ai volontari.
Gino Geninatti, già Presidente del Gr Piemonte
Buon giorno Antonio, passando in rassegna il contenuto del tuo blog, non mi è parso di trovare nessun riscontro riguardante la sentieristica. Ora non voglio certamente mettere in evidenza questa attività in modo sterile e polemico. Il mio intento è quello di cercare di far passare il messaggio al riguardo dell’importanza della sentieristica.
Come tutti ben sappiamo si va in montagna, normalmente, passando su percorsi e sentieri con diversi tipi di difficoltà, ma non è questo il punto, il punto è che qualcuno deve provvedere a tenere agibili questi percorsi, fare un rilievo puntuale delle tracce con strumenti GPS, dotare questi percorsi di una segnaletica chiara secondo le normative del CAI.
I volontari della sentieristica macinano, come tutti coloro che vanno in montagna, km e km per rilevare le situazioni dei percorsi, si prodigano per cercare presso gli enti territoriali i contributi necessari per acquistare la segnaletica, per manutenere i sentieri e anche per armarsi di pennello e procedere alla definizione dei segnavia. Questo impegno di ricerca dei fondi presso le istituzioni si rende necessario perché per motivi di bilancio, la sede centrale non può rendere disponibile quanto necessario.
Si lo so che sono stati fatti dei sacrifici che spero continuino per il ripristino del SI, ma la rete escursionistica Italiana è come tu ben sai, molto più complessa. A mio modo di vedere molte sezioni del nostro sodalizio non hanno al loro interno persone che si occupano di sentieristica e questo vale sia per le sezioni “cittadine” che per quelle di “montagna” anche se ambedue utilizzano i sentieri per raggiungere le loro ambite mete.
Un altro piccolo inciso è quello che tutti dovrebbero seguire le normative del CAI per la realizzazione della segnaletica sia verticale che orizzontale, oggi purtroppo non è ancora cosi. Ora io non ho molta dimestichezza con le parole ma spero di essere stato in grado di stimolare l’interesse del futuro organo centrale del Club Alpino Italiano per questa importante attività che è la sentieristica.
Sergio Peduzzi, responsabile della Sentieristica del GR Lombardia
Ho sopra riportato due sollecitazioni di amici CAI che si dedicano attivamente e assiduamente all’attività sentieristica.
Argomento volentieri, non fosse altro perché da undici anni seguo prima come consigliere centrale e poi da Vicepresidente Generale il gruppo Sentieri e Cartografia che è ora diventato SOSEC (Struttura operativa sentieri e cartografia).
Il patrimonio di sentieri in Italia è vastissimo, sono stimati circa 180.000 Km, il CAI ne ha rilevati ad oggi 110.000 e si occupa della manutenzione in vario modo di circa 65.000 Km, se pensiamo che la rete di Autostrade per l’Italia misura 6.500 Km ci rendiamo conto della vastità del lavoro dei nostri volontari. Ma la vera svolta si avrà proprio in questo 2022 con la presentazione del Catasto Nazionale Sentieri, ovvero l’attribuzione di un codice univoco a livello nazionale per ogni singolo tratto di sentiero. Questo immenso lavoro fatto dal CAI e riconosciuto dal Governo Italiano è propedeutico a qualsiasi piano di manutenzione e monitoraggio.
Il CAI deve continuare ad insistere presso le istituzioni affinché si ribadisca che il Sentiero è un bene comune e in quanto tale è onere delle istituzioni pubbliche provvedere al suo mantenimento. Tuttavia è necessario incominciare a guardare avanti e rilanciare l’attività con nuove iniziative.
Vi propongo quindi una riflessione di Pier Giorgio Oliveti che assieme a me e ad Alessandro Geri sviluppò qualche tempo fa l’idea di un marchio di qualità delle reti sentieristiche che fungesse da stimolo alle amministrazioni locali per impegnarsi maggiormente a fianco dei volontari.
Questo progetto è rimasto fino ad ora nel cassetto, credo sia il caso di rispolverarlo!
LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ DELLE RETI SENTIERISTICHE: UN MARCHIO CAI PUÒ SERVIRE?
Sappiamo tutti, i Soci in primis, che il Club Alpino Italiano, legalmente riconosciuta dallo Stato italiano come ente di gestione e manutenzione dei sentieri (ex L.26 gennaio 1963, n. 91 e L. 24 dicembre 1985, n. 776), garantisce un lavoro prezioso di tracciamento, manutenzione, segnatura e monitoraggio per migliorare la rete sentieristica e per la conservazione del territorio. Il lavoro di migliaia di volontari del CAI contribuisce a imprimere un salto di qualità determinante nella gestione permanente della sentieristica locale, elemento oggi necessario per ogni politica di valorizzazione d’area. Numerose sono le motivazioni che spingono un qualunque soggetto a scoprire o visitare una determinata località o luogo geografico seguendo un sentiero. Non solo il turismo o le esigenze di ricerca naturalistiche, ma anche il benessere psicofisico, la socialità a contatto con la natura, lo sport outdoor o il nordwalking, fino all’alpinismo: a prescindere dai moderni mezzi di trasporto come l’elitrasporto o altri, del tutto insostenibili sotto il profilo ambientale e sociale, l’avvicinamento classico alle pareti di roccia o ai luoghi cacuminali necessita a sua volta del sentiero. Ora il CAI è di fatto il soggetto leader a livello nazionale per la sentieristica. La Commissione Centrale per l’Escursionismo del CAI nel 1996 ha fissato i principi e i criteri cui debbono attenersi le Sezioni CAI nello svolgimento dell’attività sentieristica e, con delibera n. 272 del 27.11.1999, il Consiglio Centrale del CAI ha ufficializzato le precedenti decisioni dell’organo tecnico. È quindi certa la base istituzionale per dare attuazione a questo lungo processo di normazione e organizzazione della Pianificazione sentieristica che coinvolge tutto il CAI. Nonostante i contrasti normativi con alcune regioni, la situazione è in costante miglioramento per raggiungere il completamento della REI, Rete escursionistica italiana.
Ora è tempo di pensare alla QUALITÀ DELLE RETI SENTIERISTICHE: il CAI ha proposto un criterio di certificazione per i sentieri escursionistici, con parametri definiti e misurabili . Abbiamo titolo e tutte le competenze necessarie per affermare un Marchio CAI per i sentieri che abbiamo in gran maggioranza in adozione diretta o indiretta, è stato istituito dalla European Ramblers’ Association. Il sistema permette di misurare l’attrattività dei sentieri in modo coerente e funge da garanzia di un’esperienza escursionistica di alta qualità.
L’obiettivo è la qualità della pianificazione e il miglioramento delle reti di sentieri come gestione, percorribilità, legalizzazione, accessibilità per i diversamente abili, comunicazione, servizi. Il CAI offre cioè a tutti gli escursionisti la possibilità di poter facilmente identificare sentieri di alta qualità; su un altro piano, si consente agli enti locali interessati, di primo e di secondo livello, come Comuni, Comunità Montane, Province, Regioni, Parchi, ecc., di trarre vantaggio nel proporre sentieri certificati con il marchio di qualità CAI, sia per la comunicazione e il marketing territoriale, sia per la sicurezza, sia per la tutela dell’ambiente e il rispetto rigoroso delle normative in essere.
Pier Giorgio Oliveti
Caro Antonio cari tutti , sí, certamente la sentieristica è centrale per il Cai tutto, di oggi è di domani; teniamo bene a mente e organizziamoci sempre meglio. È uno dei servizi primari e fondamentali che il sodalizio fornisce alla comunità intera, salvando un bene comune essenziale, una prospettiva economica e sociale per i territori montani in primis ma non solo a favore delle prossime generazioni: non male per gente come i Soci Cai che sono tra i pochi a NON avere necessità di sentieri segnati…Scherzi a parte: due note1) la sentieristica è di fatto il punto di contatto ancora più dei Rifugi che in parte pure lo sono, tra comunità di valle e Cai, tra “utenti” della montagna e Cai; è un dovere istituzionale ed anche una responsabilità collettiva da non sottovalutare; 2) la gestione sentieri , quella fisica e operazionale sul terreno, quella digitale su carte digitali e tracce attraverso i catasti, sono l’espressione forse piú importante di quel “ volontariato professionale” che professiamo nei fatti, un ossimoro per esprimere la forza inaudita di migliaia di consoci impegno sto liberalmente in questa attività . Forse una riflessione non tanto autocritica ma banalmente “politica” e strategica, al centro come all’interno di ogni Sezione, andrebbe fatta: siamo indiscutibilmente “leader di settore”, possiamo fare di più a favore del corpo di volontari per la Sentieristica?