Università e ricerca – a partire dal progetto TWIN

Lettera aperta del Prof. Paolo Pileri – Politecnico di Milano

Commento di Antonio Montani

Caro Antonio

Apprezzo il tuo impegno per un CAI che vuole andare nel futuro.

Dal mio punto di vista io non posso che trarre positività dall’esperienza che abbiamo condiviso negli anni scorsi attorno al progetto  TWIN https://www.twin.polimi.it/ dove, assieme a CAI nazionale e con il supporto prezioso di CAI Parma, abbiamo posizionato sul passo della CISA una capanna per i camminatori del Sentiero Italia e della via Francigena. Voi CAI lo avete fatto diventare punto di accoglienza e iscritto nel vostro ricco cestino di punti di accoglienza.

La capanna, lo ricordo a tutti, è un progetto ideato da Politecnico di Milano ed è stata realizzata per uno scopo sociale. Infatti è stata realizzata nel carcere di Monza dagli ospiti detenuti là, sotto il nostro coordinamento e quello dell’IIS Meroni di Lissone, e usando il legname di VAIA. Una esperienza bellissima.

Da qui parto a proporti una presidenza non solo di VETTE ma molto di montagne di mezzo e di LENTEZZA. Abbiamo bisogno di raccontare al Paese che la lentezza è una energia preziosa che mette in movimento tanta bellezza, tante economie, tanta inclusione sociale. Da tempo ho detto e scritto più volte che la LENTEZZA è UN DIRITTO per tutti, ma per darne attuazione occorrono investimenti e professionalità e non solo volontari.

Il messaggio da lanciare alle istituzioni, e che CAI può veicolare secondo me, è proprio di sollecitare i ministeri, le regioni, le università e pure gli ordini professionali a sviluppare dipartimenti, centri di ricerca, buone pratiche che si occupano di progettare lentezza sotto le tante forme possibili: sentieri, ciclabili, ippovie, integrazione con le agricolture e le culture locali, paesaggio….

Vedo la Lentezza come il grande collante che non solo rafforza il tema dell’escursionismo ma lo traghetta verso ambizioni sociali e di rigenerazione delle nostre aree interne. Oggi ancora le istituzioni non capiscono che un sentiero di media montagna può divenire il grande motore della sostenibilità per molte aree interne. Non capiscono che avremmo bisogno di visioni e finanziamenti per allineare progettualità e occasioni occupazionali non qua e là, ma seguendo il filo forte di un percorso. Questo salto di qualità, io credo che il CAI possa contribuire a farlo fare. E credo anche che stimolare il soggetto pubblico a investire in professionalità pubblica e privata sia una eccezionale risposta per dare ai nostri giovani una concreta possibilità di occupazione in montagna e per la montagna.

Sottolineo che del progetto TWIN, Antonio Montani è stato da subito una persona che ci ha creduto al 100% e ha trascinato il CAI a crederci. Quindi non smetterò di ringraziarlo

 

Prof. Arch. Paolo Pileri

Ordinario di Pianificazione Territoriale Ambientale

Full professor of Landscape&Land use planning

DAStU Politecnico di Milano

Commento di Antonio Montani

Aprirsi alla collaborazione con il mondo universitario è uno degli scenari più interessanti che ha di fronte il Club Alpino Italiano, mettere a disposizione le nostre esperienze, i nostri progetti e chiedere al mondo academico di fare delle verifiche. Abbiamo molti campi in cui è possibile attivare collaborazioni, dai rifugi, alle tematiche ambientali alle valenze turistiche dell’escursionismo o ancora l’approccio con i giovani. 

Tutte le esperienze di collaborazione con il modo universitario devono essere coordinate e messe a sistema, serve un coordinamento scientifico che sia in grado di programmare le attività e premiare, anche economicamente, le più valide.

Il CAI può e deve tornare ad essere un laboratorio delle attività scientifiche della montagna, abbiamo l’esperienza e le risorse per farlo, serve organizzazione e obiettivi chiari da concordare con il comitato scientifico. Poi scegliere progetti emblematici e significativi ed investire per il futuro della montagna e dei nostri giovani.