RIFUGI & AMBIENTE

Legame indissolubile, visioni e scelte.

Articolo di Giacomo Benedetti

Riflessioni di Antonio Montani

 

La Montagna è contenitore di biodiversità, laboratorio di esperienze ed unisce territori e popolazioni.

I Rifugi sono nodi di una Rete Etica nazionale (ma anche tans nazionale) in cui si deve trovare qualità ambientale comportamenti virtuosi ed economia circolare che rilanciano il valore d’insieme del territorio e lo elevano a distretto ambientale, turistico e culturale, molto spesso riconosciuto come area protetta.

In questo contesto il CAI compie o deve compiere delle scelte attuando comportamenti durevoli nel tempo intervenendo sulle strutture in quota (rifugi e bivacchi) nel funzionamento, nel ruolo e nell’offerta interfacciandosi, frequentemente, con Enti Pubblici, Parchi ed altre Istituzioni.

I temi guida di questa azione sono: l’ecosostenibilità, l’innovazione, i sentieri e le infrastrutture, i rifiuti, l’energia e la valorizzazione del “sistema presidio” (monitoraggio, gestione e tutela del territorio).

Come tutti sappiamo i Rifugi sono nati per dare riparo agli alpinisti ma nel corso degli anni hanno contribuito, favorendola, alla frequentazione delle Terre Alte caratterizzando il territorio che li ospita.

Hanno favorito quella frequentazione della Montagna che noi del CAI, ma fortunatamente non solo noi, definiamo DOC.

Un turismo “lento” che parte dal paese di fondo valle, arriva in Rifugio – elevandolo a porta di accesso alla Montagna – e si propaga, in modo rispettoso e consapevole, sui sentieri, sui siti di arrampicata e sulle vie alpinistiche.

Un turismo che non ha connotazioni industriali – per noi la definizione diseducante INDUSTRIA DELLA NEVE è priva di senso e di valore – e si rivolge, principalmente, ad escursionisti ed alpinisti, privilegiando giovani e famiglie, dall’intrinseca – a volte poco esibita – connotazione ambientalista.

In questo contesto il Rifugio diventa un irrinunciabile presidio culturale ed ambientale che propone offerte di ecoturismo!!!

Nel pieno rispetto dell’ambiente si presenta il patrimonio naturale e culturale del territorio ospitante, si promuovono iniziative, incontri, si svolgono attività mirate di informazione/formazione e molto altro.

Il Rifugio, superando il concetto di struttura ricettiva tradizionale, consolida il ruolo di presidio del territorio e di risorsa per l’ambiente. Un immenso patrimonio materiale ed immateriale, in continua evoluzione, dal grande valore economico, simbolico ed ambientale.

I Rifugi sono avamposti in montagna, luoghi di accoglienza educante e di sensibilizzazione ambientale che avvicina il mondo reale a quello artificiale, avvicina montagna ed aree urbane, avvicina il turista al montanaro!!

Ecco, questa è la visione che dovrebbe sottostare al lavoro del nostro Sodalizio

Bisogna raccogliere idee, consenso e risorse in modo da concretizzare iniziative e progetti formulando proposte funzionali e propedeutiche al futuro dei Rifugi, non solo in termini di conservazione e gestione ma anche e soprattutto di riqualificazione, innovazione e valorizzazione. 

Rifugi identificati come patrimonio ed opportunità per il CAI ma anche per l’intera Comunità. 

Opportunità queste che si possono e si devono declinare e realizzare anche in termini di sostenibilità ed ambiente!

L’attuale situazione sociale ed ambientale della Montagna chiede coraggio e visione nelle scelte. 

Scelte da attuare con la consapevolezza del passato, l’interpretazione del presente e lo sguardo positivo e fiducioso al futuro.

Giacomo Benedetti

Ringrazio Giacomo Benedetti, per anni presidente della Commissione Rifugi di area Piemonte Liguria Valle d’Aosta e poi della Commissione Centrale Rifugi e Opere Alpini, prima di diventare Consigliere Centrale.

L’opera meritoria che il CAI ha svolto nei primi decenni del ‘900 con la realizzazione dei rifugi alpini è stata ed è propedeutica allo sviluppo del turismo montano, quello che oggi definiamo turismo lento o sostenibile.

La visione di Benedetti, dettata non solo dalla sua lunga esperienza, ma anche da un approccio coerente con i valori del CAI va a mio avviso declinata in azioni concrete.

In primo luogo va infrastrutturata la dorsale appenninica con interventi volti a garantire accoglienza “minima” in particolare sui grandi percorsi come il Sentiero Italia. Attenzione, infrastrutturazione a zero consumo di suolo, recuperando edifici abbandonati e non per forza da sezioni CAI (magari anche, perché no, ma non solo) e da dare in gestione a persone del territorio.

Poi c’è il grande tema della transizione ecologica dei rifugi CAI. E qui il CAI, in particolare il CAI Centrale deve essere capace di attingere a finanziamenti esterni, cosa possibile in quanto i rifugi sono simboli, icone, prima ancora che edifici e quindi più facilmente appetibili per interventi emblematici. 

Se davvero crediamo che i rifugi non sono alberghi di montagna, ma come dice Benedetti hanno valenze diverse, allora è doveroso pervenire a una selezione di quelli che ancora si possono definire rifugi, che vanno tutelati e protetti con appositi interventi normativi e invece quelli che hanno perso le caratteristiche di accoglienza minima che vanno trattati secondo le norme ordinarie delle strutture ricettive.